Sabato 18 ottobre, dalle ore 11.00, assemblea del SomMovimento nazioAnale c/o Atlantide, piazza di Porta Santo Stefano 6 (Bologna)
Le mobilitazioni che in vario modo stiamo attraversando, sia le lotte sociali contro l’austerity, sia le lotte lgbt in risposta alle manifestazioni omofobe e antiabortiste delle sentinelle, ci mettono di fronte, come sempre, alla necessità di ragionare sulle nostre forme di organizzazione e di lotta. Crediamo, del resto, che questi due piani di intervento, siano, in realtà, uno solo: perché non esiste una lotta anticapitalista e contro le politiche di austerity che non passi per una cooperazione sociale antagonista delle soggettività incarnate (che non sia queer) e non esiste un movimento queer che non faccia propria una critica alla ragione neoliberale.
La prospettiva di sciopero sociale aperta dallo Strike Meeting di Roma, ci sembra rappresentare una buona occasione per potenziare un posizionamento comune transfemminista queer, che sappia contaminare entrambi i versanti di lotta.
Potenzialmente, infatti, la nozione allargata di lavoro cui allude lo sciopero sociale, include molti dei livelli di analisi che abbiamo sviluppato dentro/fuori il Sommovimento: “l’attualità del lavoro di cura”, la condizione queer/precaria, il lavoro del genere, il diversity management come tecnica di assoggettamento e gerarchizzazione delle differenze nel lavoro.
Diciamo “potenzialmente”, proprio perché questa critica situata si darà solo nella misura in cui saranno le soggettività incarnate ad agirla direttamente nelle pratiche politiche dello sciopero sociale, declinato come sciopero DEI/DAI generi.
Lo sciopero DEI/DAI generi (quindi non “DI genere”, ma DA tutte le performance di genere sussumibili dal mercato), contiene a sua volta una potenzialità: mettere un campo pratiche generalizzabili, che rendano visibile il lavoro relazionale, affettivo e sessuato socialmente necessario che obbligatoriamente tutte e tutti svolgiamo in modo gratuito per sostenere la nostra “occupabilità”, per mantenere la nostra occupazione più o meno precaria, e per produrre tutte quelle performance affettive che sempre più spesso vengono esternalizzate e scambiate sul mercato dell’intimità (a questo infatti alludono i tentativi già fatti di sciopero del lavoro di cura, sciopero del “sorriso”, sciopero del lavoro sessuale, etc). Inoltre, la cornice rivendicativa del reddito (che per noi è principalmente reddito di autodeterminazione), e di nuove istituzioni del welfare (che per noi, ad esempio, emergono dal percorso delle consultorie queer), esprime un’ulteriore saldatura “di fatto”, tra lotte transfemministe queer e lotte sociali: rivendicare reddito e welfare, infatti, così come rivendicarci le nostre reti neomutualistiche di altre intimità, anziché mendicare un’inclusione nel patto familista ormai agonizzante, ci consente anche di produrre un’eccedenza rispetto alle rivendicazioni neoliberali del movimento lgbt emancipazionista, scartare il dibattito “democratico”, tutto interno agli equilibri della rappresentanza lgbt e alla mobilitazione e riappropriazione delle istanze queer a fini elettoralistici.
Partendo dalla ricchezza delle nostre sperimentazioni, anche recenti, sabato 18 ottobre, dalle 11 in poi, ci troveremo a Bologna (c/o Atlantide, pzza di porta Santo Stefano 6) per discutere collettivamente se e come attraversare le prossime mobilitazioni contro l’austerity e quali pratiche comuni possiamo immaginarci per queerizzare sia le lotte sociali sia le lotte LGBT.