Il razzismo riguarda tutte tutti e tuttu.
I fascisiti e i razzisti sono entrati in azione come “esercito pronto a riportare l’ordine” nel nome della difesa della donna italica, delle “nostre” donne, delle madri, della patria. Nel momento in cui la resistenza e le lotte femministe diventano marea, i nuovi e vecchi fascisti continuano ad appropriarsi dei discorsi contro la violenza sulle donne per agire violenza razzista nell’indifferenza, o peggio, con l’appoggio di parte della società civile e delle istituzioni.
I fascisti stanno uccidendo, lo Stato sta uccidendo, le persone nere in nome della difesa delle cosiddette liberta’ dell’occidente, in difesa delle donne. I sindaci del PD si scandalizzano solo per l’arredo urbano in nome di un decoro che priorizza le cose alle persone. I mass media nascondono il movente razziale sotto al tappeto per eludere, da una parte, e condannare la rabbia di chi è colpito dalla violenza, dall’altra.
Siamo di fronte a un appuntamento con la storia e con le storie delle tante persone che oggi si ribellano a questo stato di cose.
Macerata è stata giustificata come vendetta di un femminicidio. A Firenze, nel 2011 come oggi, a Castel Volturno, ai confini, ogni giorno e in ogni luogo la linea del colore è una linea di divisione tra la vita e la morte.
Come Non Una di Meno e movimento transfemminista, siamo andate a Macerata non solo per dire “non in nostro nome”, ma per dire che il movimento femminista e’ contro il razzismo e il fascismo, che noi combattiamo tutto questo. Costruiamo solidarietà attiva e presenza insieme alle comunità che sempre più si mobilitano in questi giorni, le comunità che stanno in testa a questa lotta per salvare e liberare le proprie vite dalla supremazia bianca.
E’ giunto il momento di liberare le energie di questo grande movimento femminista e transfemminista verso un inequivocabile posizionamento e presa di parola contro il razzismo fascista e suprematista.