DECLARACIÓN DE INDEPENDENCIA DE LA PUEBLA TORCIDA

DECLARACIÓN DE INDEPENDENCIA DE LA PUEBLA TORCIDA

Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre StorteDeclaration of Independence of the People of Twisted Lands – Declaracão de independência da Pova das Terras Tortas – Déclaration d’indépendance du peuple des Twisted Lands

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Corren tiempos oscuros. Señores de gris, en pie, con libros en las manos, desplegados en las plazas como peones de ajedrez, afirman que hay que ponerse a salvo porque la derrota del orden (v)heterosexual y la victoria de la Internacional de la Pluma están llegando.

Y tienen razón. Aunque en algo se equivocan: ¡no habrá ningún lugar donde refugiarse!

Corren tiempos oscuros. Meses de intensos debates para que los políticos decidieran que les entendides pudieran crear parejas dóciles y tranquilas, está claro: sin niñes para criar. Sin embargo, mucho antes de su autorización, nosotres hemos construido, y de hecho, vivimos dentro de redes de afectividad múltiples, de amigues, compas, hermanes, niñes y amantes.

Corren tiempos oscuros. Sociedades sexistas y heteropatiarcales se descubren defensoras de la libertad femenina sólo cuando sirve para monstrificar musulmanes y militarizar las ciudades. Pero la lucha de las mujeres contra la violencia machista es desde siempre autorganizada. Feministas, migrantes y kuirs de todos los colores ya marchan juntes para destruir las fronteras y por el tránsito ilimitado entre géneros y territorios.

Corren tiempos oscuros. Hay puestos de trabajo en los que tenemos que fingir ser heterosexuales, otros en los que estamos obligades a regalar a la empresa nuestras excentricidades, haciéndolo según los deseos del departamento de marketing. Y aunque el gay-glamour, el lesbochic y los looks underground aumentan sus ingresos, nuestro sueldo es una miseria y nuestra vida precaria. ¡Ahora se acabó! ¡Ya basta! Mientras se prepara la primavera fucsia, si tenemos que vendernos, seremos nosotres les que pondremos el precio y el cómo.

Cuerpas inciviles, creativas histéricas, camioneras sin estilo, mariconas viejas des-jubiladas, trans euforiques, marujas críticas, bolleras insolventes, putas incontrolables, abuelas rebeldes, prec(p)arias a subasta, nos hemos unido y proclamamos al mundo la

DECLARACIÓN DE INDEPENDENCIA DE LA PUEBLA TORCIDA

Somos mariconas asalvajadas, feministas en ciernes, trans en flor, genuinas y clandestinas: creamos genealogías y parentelas más allá de la especie. Somos trans-ecologistas y resistimos a la radioactividad de la familia nuclear experimentando formas subversivas de afecto, placer, solidaridad y relaciones.

Somos las guerreras de la lucha anal contra el capital.

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#CheGenerediCittà 3.0 – assemblea pubblica a Bologna

CHEGENERE3Fra pochi giorni arriva in discussione alla Camera il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso, una legge che sancisce ufficialmente l’inferiorità delle coppie omosessuali e transgender non riconoscendo il loro ruolo di genitori, frutto di un dibattito in cui sia i favorevoli sia i contrari hanno dato sfogo a un’omofobia e a un paternalismo istituzionali senza precedenti. Una legge svuotata, che serve solo a dare una copertura di “rosa” e un’immagine progressista alle politiche governative di austerità, strumentalizzando le lotte lgbt.

Nel frattempo la locale campagna elettorale mette in scena narrazioni da teatro parrocchiale, lontanissime dalla materialità dei bisogni sociali, che rappresentano la città come uno spazio neutro, pacificato, per evitare di guardare in faccia la disoccupazione e la precarietà selvaggia, l’emergenza abitativa, la bolla sgonfia delle start-up, il drastico restringimento dell’accesso al welfare e la consegna di ciò che ne resta in mano ai privati. Nessuna redistribuzione di reddito, nessun reale potere alla cooperazione sociale auto-organizzata, che viene evocata soltando come palliativo per la “povertà”. Alla brutalità delle politiche neoliberiste sembra ormai opporsi soltanto un tenue e caritatevole senso di pietà per i poveri, che lasciamo volentieri ai neofilantropi.

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Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre Storte

Declaracão de independência da Pova das Terras TortasDeclaration of Independence of the People of Twisted LandsDeclaraciòn de indipendencia de la Puebla Torcida – Déclaration d’indépendance du peuple des Twisted Lands

Corrono tempi bui. Grigi signori in piedi con libri in mano, schierati a scacchiera nelle piazze, predicano di correre subito ai ripari perché imminente è la disfatta dell’ordine (v)eterosessuale e la vittoria dell’Internazionale Frocialista. E hanno ragione. Senonché di ripari, non ve n’è alcuno! Continua a leggere

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Declaração de independência da Pova das Terras Tortas

Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre StorteDeclaration of Independence of the People of Twisted LandsDeclaraciòn de indipendencia de la Puebla Torcida – Déclaration d’indépendance du peuple des Twisted Lands

São tempos sombrios. Senhores cinzas em pé com livros na mão, como peças de um tabuleiro de xadrez nas praças, imploram por refúgio porque a derrota da ordem heterossexual e a vitoria da Internacional Lesbitransviadista é iminente. Continua a leggere

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Declaration of Independence of the People of Twisted Lands

Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre Storte – Declaracão de independência da Pova das Terras Tortas – Déclaration d’indépendance du peuple des Twisted Lands – Declaraciòn de indipendencia de la Puebla Torcida

These are dark times. Grey old men standing on their feet with books in hand, arranged like pieces on a checkerboard, they beseech us to run for cover because the defeat of the retro/heterosexual order and the victory of the Queer International is imminent.
And they are right; they’ll find no cover.

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VENIAMO OVUNQUE – Manifestazione NazioAnale Transfemminista queer – Bologna, 21 mag 2016

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Assemblea del SomMovimento NazioAnale – 20 mar ’16 @ Cagne Sciolte, Roma

RIUNIONE SOMMOVIMENTO 20 MARZO 2016, ORE 11.00-17.00, CAGNE SCIOLTE, VIA OSTIENSE 137

Come gruppi, collettivi e singol* del sommovimento nazioAnale abbiamo partecipato alle mobilitazioni attorno al ddl Cirinna, riuscendo ad attraversare la piazza di Roma del 5 marzo con una presa di parola chiara e determinata  che denunciasse gli scambi politici sulle vite queer, l’omofobia e il sessismo del dibattito pubblico e sottolineasse una volta per tutte la debolezza e il limite di una politica lgbt basata sulla delega delle proprie rivendicazioni alla rappresentanza politica.
Nella conflittualità che si è espressa anche oltre le nostre reti, abbiamo visto emergere le potenzialità di una politica transfemminista queer autonoma, capace di rivendicare simultaneamente diritti civili, sociali ed economici oltre la cittadinanza statuale e oltre una rappresentazione identitaria delle “minoranze sessuali” e di contestare radicalmente sia la cornice omonazionalista, in cui si parla di “diritti civili” opponendo l’Occidente civile progressista a un “altrove” omofobo, sia il tentativo di pinkwashing governativo del PD attorno alle briciole di diritti civili sopravvissuti ai compromessi parlamentari.

Le lotte che già si sono aperte dopo il 5 marzo ci interrogano su come dobbiamo e possiamo rendere più visibile il posizionamento transfemministaqueer: le pratiche e le teorizzazioni dal basso transfemministequeer hanno saputo contaminare lo spazio pubblico, ma spesso come slogan e suggestioni che rimandano a forme di vita, di relazione, di organizzazione e r/esistenza al neoliberismo che non sono ancora “comuni”. Questo aspetto ci segnala la necessità di un lavoro sui nostri strumenti e linguaggi di comunicazione, ma non solo.

In particolare, in questa fase, abbiamo bisogno di comprendere quali continuità e discontinuità vi sono tra il dibattito sul “gender” e quello su unioni civili e GPA: ovvero, dobbiamo capire se l’analisi e gli strumenti elaborati nei mesi precedenti dai diversi territori nei quali agiscono le realtà del sommovimento hanno senso in questo nuovo contesto e se sì, come possiamo adattarli e rilanciarli da qui(r) in avanti.
Se, come crediamo, i generi, compressi tra neofondamentalismo e neoliberismo, sono un terreno di lotta, dobbiamo ripensare sia il nostro discorso sui “no gender”, sia il lavoro sullo sciopero dai generi e sulla messa al lavoro delle nostre soggettività, per tradurli in pratiche di sottrazione e affermazione leggibili e riproducibili.
Anche il campo delle “altre intimità”, della rivendicazione di tutte le forme multiple di relazione, affetto e sessualità che viviamo, diventa oggi sempre più centrale per contestare i limiti del riconoscimento delle sole coppie e per spostare il discorso dall'”amore” come spazio privato alle forme di affetto collettive basate sull’autorganizzazione, il mutualismo, il welfare dal basso.

Per questo e molto altro, come ad esempio l’organizzazione della prossima Campeggia Transfemminista Frocia, ci incontriamo nello spazio delle Cagne sciolte a Roma, uno spazio da tempo sotto attacco, che ci ricorda come la questione degli spazi transfemministiqueer, da quelli sgomberati (vedi Atlantide a Bologna e lo spazio di Ambrosia a Milano) a quelli che non ci sono proprio sia una questione ancora fondamentale per rendere concreti i percorsi di autorganizzazione, di comunanza, di soggettivazione, di realizzazione dei desideri e dei bisogni individuali che si inctrecciano con quelli collettivi.

20 MARZO 2016, ORE 11.00-17.00, CAGNE SCIOLTE, VIA OSTIENSE 137, Roma (Metro B, Fermata Garbatella)

 

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Altrochè Cirinnà! Ci riprendiamo tutto!

Il Sommovimento NazioAnale scende in piazza del Popolo a Roma il 5 marzo 2016.

Tra le aule e i corridoi del Senato si è agitata negli ultimi mesi una estenuante (e grottesca) discussione a colpi di dichiarazioni omofobe, risse e defezioni, per smembrare un testo di legge al ribasso già incapace di estendere diritti minimi a una fetta estesa e finora invisibile di popolazione. In questo gioco all’ultimo articolo (e ben pochi sono rimasti integri nell’ultima versione del maxiemendamento su cui è stata apposta la fiducia) la battaglia per i diritti e l’autodeterminazione delle persone lgbti è sembrata schiacciata sul tavolo di concertazione di uno stantio scambismo politico, in cui per una manciata di voti si baratta la vita di centinaia, migliaia di persone.

Sul trono indiscusso del privilegio siede ancora la famiglia tradizionale, sostenuta dalle forze reazionarie, neofasciste, neofondamentaliste cattoliche che attraversano il paese. Il resto della classe politica istituzionale è sembrata incapace di nominare, riconoscere e includere nell’orizzonte del diritto qualunque altra forma di legame affettivo, relazionale, s-familiare, realtà di fatto per migliaia di persone ogni giorno.

L’apertura di uno spazio di discussione che rimettesse al centro il tema dei diritti, ha significato anche scoperchiare il vaso di pandora: dal palcoscenico mediatico a quello istituzionale, rigurgiti omo-lesbo-trans-fobici, razzisti e sessisti hanno potuto imperversare, dove un limite qualunque al dibattito pubblico è sembrato un ricordo lontano.

Coppie dello “stesso sesso”, vincoli di fedeltà, pensione e doveri reciproci ma soprattutto genitorialità, coadozione (ovvero la possibilità di adottare il figlio/la figlia del/la partner), le forme possibili della procreazione: alla faccia di una fantomatica “civiltà” (concetto già ampiamente criticabile perché pone al centro il confronto con gli Altri “incivili” attraverso retoriche razziste e omonazionaliste), a sfogarsi sono state parole di violenza, che intorno al nodo della “natura” e della gestione dei corpi determinano nuove e più insidiose forme di esclusione e controllo.

Abbiamo bisogno di diritti che supportino le molteplici forme relazionali che viviamo. I diritti residuali proposti dal ddl Cirinnà sanciscono e formalizzano uno specifico modello relazionale basato sulla coppia ma non supportano quelle “altre intimità” al di fuori della coppia, quelle S-famiglie, quelle reti e comunità affettive che costruiamo e inventiamo ogni giorno. A fronte delle briciole che ci vengono proposte, ci rifiutiamo di fare dei nostri corpi la merce di scambio di giochi politici, accordi e sotterfugi: quei compromessi non parlano di qualche sterile aggiustamento, ma determinano precise conseguenze sulle nostre vite. Non ci interessa essere “incluse”, pretendiamo che venga sanata colmata una colpevole e decennale lacuna di diritti.

Siamo ben consce che i diritti “civili” possono ben poco slegati da diritti sociali ed economici. Servizi carenti o inesistenti, lo smantellamento di quel che resta di un welfare familista e lavorista che comunque non ha mai contemplato i nostri bisogni e le nostre forme di vita, la generale precarizzazione delle condizioni esistenziali e lavorative sancita dall’accetta di progressive riforme –non ultimo il Jobs Act- costringono tutt* noi lesbiche, gay, trans*, frocie, queer, a sottostare a un ricatto perenne in cui i margini per l’autodeterminazione delle nostre vite e delle nostre relazioni si assottigliano fino quasi a scomparire.

Davanti agli scampoli di una legge partita già compromessa, non possiamo che constatare l’ufficializzazione di una discriminazione che essa determina: pur essendo un passaggio storico nel vuoto legislativo italiano, i diritti concessi si riferiscono ad un istituto specifico per coppie omosessuali e trans*, scrivendo nero su bianco un’inferiorizzazione giuridica che ribadisce la supremazia incontrastata della famiglia tradizionale.

Come gay, lesbiche, trans, queer, femministe, pretendiamo che siano garantite reali forme di autodeterminazione, non solo rispetto ai nostri legami affettivi ma anche rispetto alle scelte riproduttive. Questo non può che avvenire slegato dai ricatti del lavoro e della precarietà, per cui pretendiamo un reddito di autodeterminazione che ci consenta di rendere effettive le nostre scelte. Lo chiediamo non in nome di una ipotetica “civiltà” in nome di una giustizia sociale per tutt*, e della vivibilità delle nostre vite.

Altrochè Cirinnà! Ci riprendiamo tutto!

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S/COPPIA – Il librino di San Valentino

sfamilt gattaUn anno fa l’articolo del SomMovimento NazioAnale San Valentino 2015 – La crisi del settimo anno ebbe un incredibile successo sui social network, dimostrandoci che siamo in moltissime/i/* a sentire il bisogno di un discorso critico sulla coppia e sull’amore.

Quest’anno abbiamo deciso di celebrare questa mielosa ricorrenza raccogliendo in una favolosa fanzine quel documento e altri che abbiamo pubblicato nel corso dell’anno, più un articolo inedito che riflette sulle difficoltà che incontriamo nel vivere le relazioni sentimentiali e sessuali in maniera non esclusiva.

 

E’ con immenso piacere che vi presentiamo….

S/COPPIA. Il librino di San Valentino!

Indice

SAN VALENTINO 2015: LA CRISI DEL SETTIMO ANNO
SomMovimento NazioAnale

ALTRE INTIMITA’, PRECARIETA’ E MUTUALISMO TRANSFEMMINISTA QUEER
SomMovimento NazioAnale

SFAMILY WAY: MOLTO DI PIU’ DELLE UNIONI CIVILI
Favolosa Coalizione

APPUNTI E SPUNTI SULLA NON MONOGRAMIA
SomMovimento NazioAnale

S/COPPIA sarà distribuita a Bologna nelle prossime iniziative pubbliche del Laboratorio Smaschieramenti. Da qui puoi scaricarla in pdf e diffonderla liberamente.

L’immagine di questo post è di Valeria Bertolini.

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Appunti e spunti sulla non monogamia.

All’interno del SomMovimento NazioAnale ci sono stati dei momenti di riflessione a partire dalle nostre (di alcune di noi) pratiche di non monogamia. Abbiamo deciso di condividere su queste pagine quello che ne è uscito perché ci sembra abbastanza interessante anche per chi non sente l’urgenza di avere più di una relazione alla volta e/o di fare sesso con altr* quando ha una relazione con qualcun*, ma riconosce che questo non è l’unico modo giusto di vivere, e che è interessat* a smontare questo mondo a misura di coppia.

Nella nostra esperienza, la pratica di relazioni sessuo-affettive non esclusive dà l’opportunità di mettere in discussione tante altre norme e consuetudini della coppia, e le strutture sociali e culturali annesse e connesse. Ma non è affatto automatico che questa opportunità si trasformi in pratica, cosi’ come non è detto che per mettere in discussione certi modelli relazionali si debba per forza cominciare da o arrivare passare alla non-monogamia.

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